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Su dieci porte storiche, presenti sulla cinta delle Mura Aureliane, sono collocati venti stendardi con immagini della Roma del XXI secolo, ideate da 10 artisti e 10 studi di architettura delle ultime generazioni.

Un’occasione unica per raccontare al mondo il volto più contemporaneo della città, sviluppando nelle nuove generazioni lo stimolo ad immaginarsi nel futuro in un rapporto costruttivo con esso.

Cinquant’anni dopo l’intervento di Christo a Porta Pinciana, Spazio Taverna lancia il progetto Le 10 porte del futuro, che prevede l’affissione di due stendardi per ognuna delle dieci porte storiche della città: quelli degli artisti collocati in entrata mentre quelli degli architetti in uscita. Per la prima volta nella storia le Mura Aureliane si trasformano in una pinacoteca en plein air. Così artisti e architetti emergenti escono da studi e musei per dialogare in diretta col grande pubblico. “Le dieci  porte sono tutte differenti ed indicano orizzonti vicini e lontani, drammatici o rassicuranti, per ripristinare il senso arcaico degli accessi alla città antica” spiega Marco Bassan. Rappresentano un elemento di separazione e, allo stesso tempo, l'unica modalità di connessione tra esterno e interno.

ARCHITECTURE

Porta Flaminia:

Associates Architecture – Numero Cromatico

 

Porta Pinciana:

Atelier Remoto & Flavia Saggese – Andrea Mauti

 

Porta Pia:

Warehouse of Architecture and Research – Lulù Nuti

Porta Maggiore:

Martina Baratta – Federica Di Pietrantonio

 

Porta S. Giovanni:

homu – Diego Miguel Mirabella

Porta Metronia:

Andrea Tabocchini Architecture – Leonardo Magrelli

 

Porta Latina:

cortese mazza – Alice Paltrinieri

 

Porta S. Sebastiano:

Francesca Mirone – Guglielmo Maggini

 

Porta S. Paolo:

ISTMO Architecture – Francesca Cornacchini

 

Porta Portese:

Michalski&Wagner – Giulio Bensasson

Mappa 10 Porte del Futuro

Porta del Popolo

NUMERO CROMATICO

Il futuro è qui, da qualche parte

Nella proposta il futuro non è indicato o rappresentato, ma è messo in discussione nel presente, anche in relazione al genius loci: Il futuro è qui, da qualche parte (in alternativa The future is here, somewhere) / Oggi rinasco come nuova specie dalla cenere dei tuoi occhi. La proposta presenta uno stimolo testuale scritto da Numero Cromatico con l’ausilio di una propria intelligenza artificiale, S.O.N.H. (Statements Of a New Humanity). Il progetto vuole raccontare il futuro come modalità del percepire e dell’immaginare. Il futuro come qualcosa che investe l’umanità e il pianeta, ma anche le vite dei singoli e le loro visioni del mondo. Seppure la ricerca di Numero Cromatico tende verso un nuovo panteismo in cui esseri umani, natura e tecnologia possono coesistere, il progetto non vuole indicare una direzione ma offrire al pubblico la possibilità di mettere in discussione il presente in maniera critica e potenziale.

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ASSOCIATES ARCHITECTURE

INFRASTRUTTURA FLAMINIA (WIP)

La porta cittadina, a seconda del contesto storico-sociale in cui si colloca, ricopre funzioni di rappresentanza, di distribuzione, di accoglienza/difesa, di unione/separazione. Dal punto di vista dell’esperienza spazio-temporale è il luogo di passaggio da un sistema ad un altro e, per questo motivo, distingue un dentro da un fuori, un prima da un dopo. Porta del Popolo (o Porta Flaminia) deve il suo aspetto attuale ad una serie di sovra-strutture e stratificazioni che si sono aggiunte, nel.corso dei secoli, alla struttura originaria. INFRASTRUTTURA FLAMINIA (WIP) è la costruzione di uno spazio immaginato che non si sovrappone a quello dato, ma agisce alla sua base, sostenendolo e riscoprendo la sua quota originaria. È la costruzione di uno spazio di ri-connessione (fisica e storica) e di apertura in cui non c’è limite tra dentro e fuori, tra prima e dopo; uno spazio che valorizza l’accoglienza rispetto alla difesa, l’unione rispetto alla separazione, mettendo in crisi il concetto stesso di porta cittadina e la sua necessità.

Porta Pinciana

ANDREA MAUTI

Environmental Disease

Nel 1859, papa Pio IX espresse la volontà di far erigere due sculture raffiguranti Sant’Agnese e Sant’Alessandro per rendere loro omaggio a seguito di un crollo all’interno del convento di Sant’Agnese, ubicato in prossimità della Via Nomentana. Le loro figure vengono accompagnate dalle scritte ORNAT E FOVET (adorna e riscalda) e REGIT ET TUETUR (governa e protegge), punto di riferimento e ispirazione per l’artista. L’evento storico del crollo, si sovrappone al disastro ambientale che mette l’essere umano in una condizione sfavorevole e di crisi. Come se ci si trovasse di fronte ad un rito spirituale laico, l’osservatore diventa mediatore attivo rispetto al manifesto, il quale invocando simbolicamente le divinità, può ricevere

quotidianamente un messaggio profetico e poetico. Come nel film Safe del 1995 in cui l’attrice Julian Moore si interfaccia con una malattia venerea che sembra impossessarla e sconvolgerla totalmente, le persone che fruiscono del manifesto posso esercitare un processo rituale e propiziatorio attraverso i propri disposti, alimentando costantemente un dispositivo vivo e mutevole nel tempo che si pone come rimedio anestetico rispetto al decadimento ambientale.

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ATELIER REMOTO
& Flavia Saggese

E dillà?

Nel corso dei millenni Porta Pinciana diventa il limite nord tra la città antica e consolidata e la campagna, zona di arancere e villini, casini di caccia e boschi, laghetti e giardini di delizie, ancora lontani i leones. Avvicinandosi alla porta, la visione duplice e simultanea della città e del parco del Pincio (ciò che resta della campagna fuori le mura) è discontinua: il panorama è esploso, la muraglia è bucata, il limite è sfrangiato e la funzione antica di dogana e difesa è andata persa. Lo stendardo È dillà? è composto da frammenti della rovina stessa, privata del suo genius loci, scomposta tra struttura, forma e paesaggio, che si mescolano, spariscono e si intrecciano; Roma compare e scompare, così le strade, i campi, gli edifici. I pilastri della porta si sfibrano, gli archi si sdoppiano e migrano verso orizzonti lontani, le alpi, i grattacieli, a nord, oltre la Salaria. La prospettiva è poliedrica e multicentrica, ogni inquadratura suggerisce nuovi orizzonti, territori elastici e confini liquidi, resi unitari dall’apparire imprevedibile dal monumento, ridotto ad esile ma riconoscibile memoria della città. Il movimento di lettura dei ritagli è scomposto, illogico e discontinuo: mostra scenari solenni, trasognati, reali e fantastici, da ricomporre a seconda della velocità di percorrenza dentro, fuori e attraverso la porta.

Porta Pia

LULÙ NUTI

PHARMAKON

PHARMAKON è usato per indicare sia un rimedio contro una malattia, sia un veleno, una sostanza tossica. La lingua inglese ha conservato tale doppia connotazione: il termine drug, infatti, significa sia farmaco sia droga.

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WAR

controbreccia

"La città non è un fenomeno naturale: è un fatto artificiale sui generis, in cui si mescolano elementi volontari ed elementi casuali, non rigorosamente controllabili. Se proprio la città dev'essere messa in relazione con la fisiologia, più che a ogni altra cosa essa somiglia a un sogno"
.
Joseph Rykwert, L'idea di città. Antropologia della forma urbana nel mondo
antico, Einaudi, Torino, 1981 (Princeton, 1976)

Porta Maggiore

FEDERICA DI PIETRANTONIO

Fontana delle Naiadi / posing with fish and dolphins

L’immagine è una fotografia scattata nel videogioco di simulazione di vita reale The Sims 4. L'ispirazione è tratta dalla rilevanza degli acquedotti romani nell’architettura della città e dall’importanza della rete idrica. In particolare, propone una rivisitazione dell’enigmatica e discussa Fontana delle Naiadi. La fontana originale
si compone di 5 gruppi scultorei: centrale la figura maschile di Glauco che afferra un delfino, simbolo del dominio dell'uomo sulla natura; quattro ninfe femminee ai lati, bagnate dall’acqua e esplicitamente prorompenti. L’artista ribalta la figura di Glauco, suggerisce un futuro relazionale e non di predominio, adottando una prospettiva ecologica che unisce umano e non umano in un nuovo ipotetico stadio di natura, dove le diverse forme di vita si muovono insieme in un sistema intra-relazionale. Nuovo protagonista è l’avatar Aster, una figura liberamente ispirata alle Naiadi, in una visione presente e post-apocalittica della contemporaneità. La ninfa ha raggiunto un nuovo stadio evolutivo legato ai propri bisogni sociali e biologici, sviluppando capacità adattive verso un ecosistema ancora ignoto, costituito da una realtà chiusa e malfunzionante.

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MARTINA BARATTA

Codici di un futuro radioso

Roma é una città onesta. Rivela manifestamente il suo passato, dichiara con orgoglio la fierezza nei confronti di epoche concluse, non cerca di dissimulare lo splendore finito celebrandone la rovina. La sovrapposizione di costruzioni, spazi pubblici e privati, luoghi della comunità, il palinsesto di azioni e vite che ne compongono la stratigrafia, si rivela talvolta come un messaggio indecifrabile ai suoi abitanti. Con questo lavoro si nasconde e rivela allo stesso tempo i principii che sottendono alla grandezza di questa città e che possono condurla verso il futuro. Ad ognuno di essi é relazionato un edificio o un elemento fisico, che esemplifica come questi principi possano effettivamente trovare compimento nel campo dell’architettura. L’auspicio è che gli osservatori di questa immagine apparentemente incomprensibile, così come appare alle volte la città al primo sguardo, trovassero i principii della Roma del domani andando ad osservare nel dettaglio. È con cura, pazienza e metodo che si riusciranno a decifrare i codici di un futuro radioso.

Porta San Giovanni

DIEGO MIGUEL MIRABELLA

L’alba ti scopre nella stessa posizione

Una finestra che si apre su un’immagine altra e attraverso la quale poter traguardare un’alternativa, una possibilità, la rovina o forse i prodromi di una nuova nascita. La scritta è una frase che potrebbe vestirsi su ogni città, quella rappresentata nell’immagine tanto quanto quella reale.

"L’alba ti scopre nella stessa posizione” è una frase che sembra raccontare la storia di una resistenza o di un’insonnia, entrambi caratteri delle città più interessanti.

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HOMU

Rome, a cartography of the imaginary

Nell’immaginare possibili scenari per la Roma del futuro si è scelto di adottare la mappa in quanto strumento concettuale che consente di combinare astrazione e figurazione in un’immagine stratificata.

Come dichiarava Nancy Graves, parlando dei riferimenti visivi nei suoi dipinti basati su mappe, “[…] è un’astrazione, tanto per cominciare”. Inoltre, la mappa rappresenta uno straordinario artefatto a significare il desiderio collettivo di esplorazione. L’elaborato cartografico, in scala 1:4000, descrive il paesaggio della Roma di domani: ne fa astrazione secondo l’immaginario dello studio homu; raffigura una rinnovata ibridazione tra architettura, natura e programma; permette di esplorare una urbanità inedita fatta di nuovi spazi, nuovi usi, nuovi attori. Su questa carta fluida, l’accento è posto su fantasie architettoniche nate da associazioni inaspettate.

Porta Latina

ALICE PALTRINIERI

*NUN T’AREGGE*

RES NOVAE è una locuzione latina che letteralmente si traduce come “cose nuove”. Indica cambiamenti o eventi significativi, spesso in riferimento a innovazioni, scoperte o situazioni che portano a una nuova direzione o sviluppo. I romani temevano questa parola perchè facevano fatica ad accogliere una rivoluzione che avrebbe potuto stravolgere la loro tradizione.
Una Roma, quella di oggi, che ancora conserva questo atteggiamento.
NUN T’AREGGE nel dialetto romano odierno è utilizzata per rivolgersi a qualcuno che non è in grado di sopportare o reggere una determinata situazione, un carico, uno sforzo o una responsabilità.
Un’affermazione o una sfida.

Una provocazione odierna quindi e un invito ad accogliere le “cose nuove”, un nuovo cielo affollato di stelle.

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CORTESE MAZZA

GREEN PARANOIA

"Roma è una città interrotta perché si è cessato di immaginarla e si è incominciato a progettarla [male]. A Roma, la questione è piuttosto di tempi che di spazi, le maree delle epoche sono passate e si sono ritirate lasciando sulla rena i relitti di lontani naufragi: come tutti i relitti, hanno attorno uno spazio prossimo e sconfinato, il mare e la spiaggia. È una città vissuta di spoglie, poi di rovine, oggi di rifiuti.

Anche i romani, da Enea in poi, sono arrivati da remoti disastri: creature del tempo, vivono di tempo e non temono di sprecarlo. Prima che Roma diventasse piatta ed informe come una polenta scodellata, i romani vivevano muovendosi negli strati delle epoche sovrapposte come pesci nell'acqua, in profondità e in superficie. E certo, il male l'ha fatto la speculazione, ma chi ha fatto la speculazione? [...] A Roma l'Utopia non ha mai messo piede, meno ancora che a Las Vegas. Non essendoci più relazione tra storia e natura o architettura e campagna, Roma ha cominciato a gonfiarsi e deformarsi come una vescica, non ha più avuto né architettura né campagna [...] Non è più una città, ma un deserto gremito di gente, disgregato dalla stessa speculazione che l'ha fatto crescere senza misura. [...] "

Giulio Carlo Argan, Roma Interrotta, 1978.

Porta Metronia

LEONARDO MAGRELLI

Sei ipotesi per un'archeologia del futuro

A Roma si scava sempre, e si scava quasi da sempre. Come sanno bene i suoi cittadini, ogni volta che si fa una buca, dal suolo della città riemergono tracce di epoche precedenti. Nonostante spesso rappresenti un problema per la municipalità, questo aspetto testimonia anche un rapporto sempre vivo e presente con il passato, che si aggiorna di continuo. Non solo: come si legge dalle continue notizie, è un rapporto che non si nutre solo della scoperta di grandi opere d’arte, ma soprattutto del ritrovamento di ambienti e di oggetti quotidiani, che forse riescono meglio a svelare la vitalità del passato da cui provengono e ad annullare la distanza con la cittadinanza. Cosa rinverranno allora, fra molti secoli, gli archeologi del futuro? Cosa emergerà quando, scavando in un cantiere, raggiungeranno lo strato in cui si accumuleranno i resti di quanto ci circonda oggi? Sei ipotesi per un’archeologia del futuro rappresenta un tentativo di risposta a questo quesito, e insieme un esercizio di immaginazione su sei oggetti oggi caratteristici di Roma, ciò che viaggerà per noi nel futuro, sotto forma di reperti.

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ANDREA TABOCCHINI ARCHITECTURE

Roma è Venezia

Il progetto nasce da una riflessione costruttiva ed ironica sul turismo che caratterizza la città di Roma e, più in generale, tutto il territorio italiano: spesso i turisti visitano le città in poche ore giusto il tempo necessario per scattare qualche fotografia da condividere online o per fare un po' di shopping made in Italy. Ogni weekend turisti transoceanici attraversano l'Italia da Nord a Sud: ieri erano a Milano, oggi sono a Roma, domani saranno a Venezia. Il risultato di queste vacanze genera spesso un’immagine confusa ed astratta del nostro Paese: in questi viaggi l'acqua della fontana di Trevi non sembra così diversa da quella dei canali veneziani. Monumenti, spazi, colori e profumi si mescolano creando paesaggi surreali. In un contesto culturale in cui il rapporto tra passato e futuro è troppo spesso congestionato, ragionare per assurdo potrebbe aiutare a pensare in maniera più profonda e radicale. E quindi... se davvero Roma fosse Venezia? Questo progetto visionario e provocatorio immerge il fruitore in una dimensione nuova e inaspettata, proponendo una narrazione alternativa che stimola un rapporto costruttivo e non scontato con il territorio di Roma e, di conseguenza, con il suo futuro.

Porta San Sebastiano

GUGLIELMO MAGGINI

L'Allattamento

Mi è capitato già in passato di dipingere con il latte per rapprendere idee lontane.
Questa è la scansione di una di quelle immagini che ho schizzato frettolosamente con del latte su della carta museo. È una pittura invisibile che riappare grazie al fuoco: bruciando la carta appare un segno, il cannello come una torica lo fa riaffiorare…

È la caseina che si comporta come un inchiostro. Tecnica e medium che per diversi aspetti sento compatibili con la storia di Roma.

Quest’immagine è uno sguardo intimo dentro il duplice rapporto che stringiamo con la città in quanto “madre”, in altri termini, questa, è per me l’immagine archetipica di una Roma che torna ad essere allattata da una nuova lupa per poter rinascere.

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FRANCESCA MIRONE

Water's Legacy

An intuition about Rome Asteroids, stars, and comets reservoirs of molecules. Cells echo memories of anaerobic essence. Traces of ancient encounters, archive within the ground. Aqueous essence all stories convey. Walls, gates, foundations Water built the city, sound unchanged.

Porta San Paolo

FRANCESCA CORNACCHINI

Disarmo3_no guns needed

Disarmo 3_no guns needed analizza e reinterpreta il concetto di icona che guida il popolo. Il lavoro si contestualizza nell’ambito del progetto di ricerca Existencial Safari, nel videogame Tomb Raider Remastered. Tramite mod, cheat codes e la rimasterizzazione del videogame simbolo generazionale, l’artista va ad esplorare il livello ambientato nell’antica Roma, in un'arena con i leoni. Le mod permettono l’esplorazione dello spazio e la relazione diretta con i “rivali” senza temere di perdere la vita e dover ricominciare il livello. Questa circostanza porta all’effettiva inutilità delle armi, che quindi vengono eliminate dalle mani dell’eroina tramite una specifica programmazione da parte dell’artista. Ne risulta una figura femminile in completa sintonia con l’elemento faunistico, che porge la mano, ora disarmata, al fruitore, come a seguirla in questa ipotesi di realtà mitica, futuribile, armonica. I leoni diventano simulacri dell’abito cerimoniale, complici di una fierezza Erculea. Il lavoro è ispirato alla figura di Marisa Musu, partigiana e giornalista, che prese parte alla battaglia di resistenza antinazista del 10 settembre 1943, presso Porta San Paolo, ultimo tentativo di difendere la città dall’avanzata tedesca.

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ISTMO ARCHITECTURE

Metaphysical Garden

Roma è già stata nel futuro. Lo è stata nei disegni di Dardi, nelle estati di Nicolini, nei pensieri di Argan, negli sforzi di tutte quelle generazioni di progettisti che hanno sognato una Roma diversa e ancora oggi cercano di ridare coraggio ad una città ostaggio della sua storia.
“Roma è una città interrotta” . Lo è perché non viene più immaginata nel suo insieme ma solo come una somma di parti, dove la stratificazione è solo conservazione e mai sviluppo, dove antico e contemporaneo faticano a parlarsi e dove il centro e le periferie sono sempre più distanti. Roma sarà un giardino metafisico. Lo sarà perché coltiva il suo spirito attraverso le storie, le azioni e le vite delle persone che la abitano, attraverso i segni e le forme che la caratterizzano, attraverso i colori della luce e dei materiali che la identificano.

Porta Portese

GIULIO BENSASSON

Souvenir di un domani qualunque

Una diapositiva, un’immagine analogica, un mezzo del passato per immaginare un futuro possibile. La foto è stata scattata in una qualunque domenica al mercato di Porta Portese e trattata successivamente per far ammuffire parte della pellicola. Il risultato è l’immagine di una folla che si comporta normalmente sotto un cielo minaccioso che rimanda ad un’atmosfera apocalittica. Colori nucleari che sembrano non scalfire la quotidianità delle persone. Ci si abitua a tutto.

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MICHLASKI&WAGNER

superoma

Con SUPEROMA viene proposto allo spettatore di essere coinvolto in un metalivello tra realtà ed immaginazione. Alle spalle si trova il panorama attuale del lato interno di Porta Portese, mentre la stampa di fronte invita a riflettere sulle potenzialità del patrimonio esistente, senza convenzioni. Lo spettatore diventa parte integrante dell’opera, mediatore tra realtà e finzione. La collage utilizza riferimenti ai progetti dello Studio Lacaton & Vassal, iconici per l’aumento di volume e qualità abitativa con interventi ridotti al minimo essenziale ed inoltre riferimenti al lavoro di Superstudio, indispensabile per liberare la propria mente dalla realtà abituale e pensare oltre.
L’immagine tematizza le necessità comuni ed urgenti del popolo mondiale: aumentare la qualità di vita, aumentare il volume abitabile, ridurre al minimo indispensabile le demolizioni, le emissioni ed il costo delle abitazioni e degli affitti.

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