lunedì 13 giugno 2022
Previsioni del tempo
Luca Vitone
Loredana Gintoli
Salire sul palco per la prima volta e sentirsi emozioni senza sapere che così sarà per tutte le altre.
Luca Vitone
Luca Vitone (Genova, 1964) inizia la sua pratica artistica negli anni Ottanta influenzato dalle “shadow boxes” di Joseph Cornell, che declina sin da subito con un’attenzione al tema del luogo e della sua rappresentazione: le piccole scatole dentro cui assembla oggetti trovati sono infatti rivestite di carte geografiche. Negli anni Ottanta Vitone frequenta il DAMS di Bologna, città dove contribuirà allo sviluppo del LINK Project, occupandosi della programmazione per le arti visive. La sua personale del 1988 (Galleria Pinta, Galleria Pinta, Genova) mostra come sin dall’inizio la sua ricerca ruoti attorno alla nozione di “perdita topologica”, quella difficoltà di relazione con i luoghi in cui abitiamo e che attraversiamo nella nostra quotidianità, accentuata dall’attuale scenario globale. Il tentativo di instaurare una relazione profonda con il luogo e di ricostruirne il senso, passa per Vitone attraverso una riflessione sui suoi mezzi di rappresentazione, dalla cartografia alla veduta, riflessione sempre più incentrata sulla densità antropologica e culturale dei luoghi, dove identità e memorie collettive e personali si intrecciano e si esprimono anche sotto forma di esperienze culturali, come la musica e il cibo (Sonorizzare il luogo [Grand Tour], 1989-2001; Pratica del luogo, 1992; Feuilles, 1999; Hole, 2000; Stundàiu, 2000).
Nel 1990 Vitone si trasferisce a Milano e durante gli anni Novanta partecipa a varie collettive nazionali e internazionali tra cui Italia ’90. Ipotesi arte giovane (La Fabbrica del Vapore, Milano, 1990), On Taking a Normal Situation and Retranslating it into Overlapping and Multiple Readings of Conditions Past and Present (M HKA, Anversa, 1993) e Ultime Generazioni, Fuori tema, altri tempi, altri miti (XII, XIV, XVI edizione della Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, 1996, 2005, 2016).
Al 1994 risale la mostra Der unbestimmte Ort, concepita come un’opera d’arte totale tesa al coinvolgimento dei cinque sensi, tenutasi presso la Galleria Christian Nagel di Colonia. Qui l’artista costruisce situazioni di incontro e condivisione tra i visitatori e i membri della comunità Rom della città, con la cui collaborazione era stata concepita la mostra. L’interesse per la cultura Rom, strumento anche per una riflessione più ampia sull’idea di comunità, di nomadismo e sul perpetuarsi dei pregiudizi, si ritrova in Romanistan (2018), racconto del viaggio dell’artista che ripercorre a ritroso, da Bologna a Chandigarh, l’itinerario compiuto da Rom e Sinti verso l’Italia tra VIII e XIV secolo. Nella ricerca artistica di Vitone lo spazio incontra inevitabilmente il tempo e la storia, ed è spesso indagato sotto forma di percorsi e itinerari attuati, ricordati o ricostruiti, che siano collettivi o personali (Ultimo viaggio, 2005). L’itinerario è anche mezzo per incoraggiare una diversa modalità di esplorazione dello spazio, uno spostamento dell’attenzione su luoghi culturalmente densi ma spesso ignorati: con Liberi tutti! (1997) Vitone invita a riscoprire luoghi chiave della cultura anarchica e libertaria a Basilea (1996), a Roma (1997) e a Carrara (Nient'altro che scultura, XIII Biennale Internazionale di scultura, 2008), mentre con Wide City (1998) suggerisce una mappatura dei luoghi frequentati e gestiti da stranieri a Milano.
Negli anni Duemila numerose sono le sue personali in sedi espositive prestigiose: al 2000 risalgono Hole presso il P.S.1 di New York e Stundàiu al Palazzo delle Esposizioni di Roma; nel 2004 si tiene la personale Prêt-à-Porter presso il Centro di Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e nel 2007 Gli occhi di Segantini al Mart di Rovereto.
A questi anni risalgono i primi monocromi, intesi non come azzeramento della pittura, ma come ritratti di paesaggio in cui il luogo si autorappresenta, secondo procedimenti che richiedono, di caso in caso, un diverso tipo di intervento da parte dell’artista. Come anti-pigmento Vitone utilizza polveri, ceneri, agenti atmosferici, ma anche sostanze edibili come vino e zafferano. Del 2006 è la retrospettiva itinerante Luca Vitone. Ovunque a casa propria. Überall zu Hause, presentata al Casino Luxembourg, all’O.K. Zentrum di Linz (2007) e alla GaMeC di Bergamo (2008). Dal 2006 Vitone è anche docente di scultura presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Al 2010 risale il suo trasferimento a Berlino e nel 2012 si tengono le personali Monocromo Variationen al Museion di Bolzano e Natura morta con paesaggi e strumenti musicali alla Fondazione Brodbeck di Catania. A dieci anni di distanza dalla sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2003, nel 2013 espone la sua opera Per l’eternità all’interno della mostra Vice Versa nel Padiglione Italia. Del 2014 è la personale Imperium all’n.b.k. di Berlino, in cui la riflessione sul potere si traduce in una “scultura olfattiva” che nel 2021 sarà ripresentata nella personale Macht presso il Weserburg Museum di Brema.
Nel 2017 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ripercorre la sua articolata ricerca artistica con la vasta antologica Io, Luca Vitone. Nel 2021 presenta la mostra personale Io, Villa Adriana pensata per svilupparsi in contemporanea in due sedi, il Maxxi di Roma e Villa Adriana di Tivoli. Nel 2022 il Museo Novecento di Firenze dedica a Vitone la personale D’après (De Pisis - Paolini), mostra che mette in relazione tre artisti di tre generazioni differenti.
Luca Vitone vive attualmente tra Milano e Berlino.
Loredana Gintoli
Loredana Gintoli (Milano, 1965) si è diplomata in arpa moderna al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Ha conseguito il dottorato presso la Musikhochschule di Freiburg nel 1991 con Ursula Holliger. Nel 1994 si diploma, prima in Italia, con Mara Galassi, in arpa barocca alla Scuola Civica di Milano. La sua carriera concertistica si svolge sia come solista, sia in collaborazione con i più prestigiosi gruppi di musica antica tra i quali: Concerto Italiano, Accademia Bizantina, Les Musiciens du Louvre, Orchestra Sinfonica di Basilea; Basel Sinfonietta; Teatro alla Scala; Ensemble A. Curtis, Ensemble 415, Les Talens Lyriques, Concerto Vocale, Akademie für Alte Musik, Freiburger Barockorchester ed altri. È stata più volte invitata a tenere seminari sulla’arpa barocca presso varie istituzioni come L’Università di Madison, USA; Antica Biblioteca, Praga; il Conservatorio della Svizzera italiana, il Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano. Ha scritto e interpretato uno spettacolo musicale per bambini, “Il cavaliere e l’arpa”. Ha inciso per: Archiv, K617, Glossa, Harmonia mundi, Sony Classical, Simphonia, Stradivarius, Tactus, Chandos, Naïve, canali televisivi e radiofonici europei. Attualmente insegna arpa rinascimentale e barocca al conservatorio A. Scarlatti di Palermo.